giovedì, gennaio 03, 2008

Marketing politico e comunicazione politica


E’ ormai un dato acquisito. Il marketing in politica riveste una funzione fondamentale. Basti pensare all’importanza dell’abito nel confronto tra Occhetto e Berlusconi, alla comunicazione non verbale ovvero agli strumenti di convinzione e persuasione.
In Italia dall’ingresso di Berlusconi in politica le cose sono molto cambiate. Fu infatti la stessa sinistra a riconoscere l’importanza del marketing politico nella vittoria del 1994 della coalizione di centrodestra. Alberto Cattaneo – consulente di marketing politico e founding partner della Cattaneo Zanetto & Co – non ha dubbi “oggi conta più l’immagine del programma” aggiungendo “ho sentito anni fa a delle selezioni di un partito che nasceva, che fotogenia, capacità di parlare in pubblico e creare empatia, erano fattori che venivano giudicati in maniera molto positiva”.
In questo quadro hanno assunto sempre maggiore importanza i sondaggi che sembrano essere diventati il principale canale di comunicazione tra politici ed elettori. Si ricordi che nel 2001 il candidato premier del centrodestra – Silvio Berlusconi – basò il suo programma su una serie di sondaggi sulle preoccupazioni degli italiani. Il rischio, afferma Giulio Andreotti, è che “la politica che è anche un prodotto” “non può diventare solo un prodotto, altrimenti si va verso la tubercolosi politica”.
Un altro esempio di successo al quale ha contribuito in buona parte il marketing politico è quello di Vendola. Infatti la campagna elettorale del candidato alla regione Puglia venne incentrata su quelli che si pensavano fossero i suoi punti deboli: diversità ed estremismo politico. La pubblicità elettorale venne impostata in modo da giocare su quelle diversità, e attraverso quelle diversità vennero evidenziati i punti di forza del candidato Vendola.
E’ quindi chiaro che i fenomeni di comunicazione politica non sono altro che forme di manipolazione. Questa manipolazione può avvenire attraverso il volere che fa leva sulla persuasione o secondo il sapere la cui arma è la convinzione. In 8 casi su 10 la persuasione è più efficace della convinzione. Infatti in genere chi viene convinto crede in qualcosa, chi viene persuaso crede in qualcuno. Ecco perché i politici generalmente cercano di essere più persuasivi che convincenti. Altro punto fondamentale sono i programmi elettorali spesso disattesi. Secondo il Prof. Sartori “ i programmi elettorali sono promesse in parte disattese anche perché sono promesse impossibili, promesse esagerate”. Silvio Sircana – portavoce del premier Romano Prodi – pensa che ci sia “troppo marketing in politica” e aggiunge “la domanda che c’è sotto è: dimmi cosa vuoi sentirti dire ed io te lo dico; anche se non te lo posso dare”.
Interessante la riflessione sul marketing di Oliviero Toscani secondo cui “nel mondo del marketing tutto è mediocre. Tutto è mediocre perché il marketing cerca il consenso di tutti. Quando si ha il consenso di tutti di solito si ha un prodotto smussato, limato, mediocrizzato, perché la ricerca costante del consenso crea mediocrità”.