venerdì, giugno 30, 2006
Italia-Ucraina
3-1 3-0 oppure 4-0
Vedrete...
mercoledì, giugno 28, 2006
LemonCocco
martedì, giugno 27, 2006
Roundhouse Kicks
Italia-Australia e Italia-Ucraina
Trovo che l'Italia di Kaiserslauten abbia giocato una partita pessima, una partita in cui quella che doveva essere una prova di forza si è trasformata in una prova di resistenza. Sbagliatissima la sostituzione di Gilardino(doveva uscire Del Piero che è stato inesistente) che a mio parere stava giocando la sua partita. Altro errore lo spostamento di Iaquinta che stava giocando benissimo sulla destra e che in seguito al suo spostamento si è auto annullato. Per come giocava l'Australia potevamo vincere quest'incontro almeno per 3 a 0 e probabilmente non avremmo neanche subito l'espulsione di Materazzi.
I Voti
Buffon 8
Cannavaro 9 Uomo partita
Zambrotta 8,5
Materazzi 6+ nonostante l'espulsione
Grosso 7
Pirlo 6,5
Gattuso 7,5
Perrotta 7,5
Del Piero 4
Gilardino 6
Toni 6
Totti 7,5
Iaquinta 6-
venerdì, giugno 23, 2006
Video Simpatici Per questo Venerdi
http://video.google.com/videoplay?docid=9065434586058929413
Parodia del Mago Copperfield
http://video.google.com/videoplay?docid=-4870647018318722268
Machiavelli "il principe"
Per quanto attiene ai principati la distinzione è tra:
-ereditieri: che sono facili da mantenere ed è difficile che il principe non sia benvoluto
-misti: sono difficili da mantenere perchè in questo tipo di principato gli uomini cambiano volentieri il loro signore, ancora più difficile è quando il principe non parla la stessa lingua dei sudditi. L'ideale sono i territori vicini in cui si parla la stessa lingua e in questo tipo di principato è fondamentale tener fede alle alleanze
-Ecclesiastici: Si acquistano per virtu' o fortuna e sono praticamente impossibili da perdere essendo esaltati dalla divinità che ne giustifica l'esistenza
Poi ci sono i principati che si acquistano:
-Con Armi proprie e con Virtu': E' più o meno difficile mantenere il potere a seconda delle virtu' di chi conquista il principato. E' un principato difficile da acquisire ma facile da mantenere proprio perchè conquistato grazie alle virtu'
-Con le armi di altri e con fortuna: Sono facili da acquistare ma molto difficili da mantenere
-Principato Civile: Si diventa principe grazie al favore dei sudditi e bisogna stare attenti a mantenere il consenso altrimenti si perde il potere
-Per scelleratezza: Si conquista attraverso le crudeltà che però devono essere interrotte nel momento in cui si prende il potere. Se le crudeltà vengono applicate anche in seguito alla conquista del potere diventa quasi impossibile mantenere il principato. Infatti un principe deve essere temuto e non odiato.
bisogna ricordare che per machiavelli la FORTUNA è come un fiume rovinoso che quando si adira è impossibile fuggire, l'unica possibilità è quella di costruire argini attraverso le VIRTU' prima che la FORTUNA rivolga il suo impeto distruttivo.
Per quanto attiene alle qualità del principe possiamo dire che per Machiavelli IL DUCA VALENTINO, FUTURO EROE DELLA SUA IMMAGINAZIONE POLITICA, comunque le qualità di un principe devono essere quelle di:
-Meglio Temuto che amato
-Deve stare attento a farsi distrarre da vizi che lo discrediterebbero
-Saper sciegliere quando agire secondo un criterio morale(bene/male) e quando secondo un criterio politico(utile/danno)
-Deve avere virtu' e essere preparato agli eventi non positivi
-Non deve assolutamente farsi odiare
Invece "DISCORSI SOPRA LA PRIMA DECA DI TITO LIVIO" HA COME OGGETTO LO STATO REPUBBLICANO ALL’INTERNO DEL QUALE L’UOMO VUOLE TUTTO MA HA MEZZI LIMITATI TENDENDO AL DISORDINE E ASPIRANDO ALL’ORDINE, DISPREZZA IL PRESENTE E RIMPIANGE IL PASSATO. L’UNICA SALVEZZA PER L’UOMO E’ LO STATO CHE APLLICA IL DIRITTO ED E’ UN FRENO PER GLI ISTINTI DELL’UOMO. DATO CHE NELLA FORMA REPUBBLICANA NON ERA POSSIBILE AVERE UN PRINCIPE AL FINE DEL MANTENIMENTO DELL’ORDINE MACHIAVELLI INDIVIDUA NELLA RELIGIONE UN ARGOMENTO POLITICO, PRENDENDO COME ES. NUMA CHE ATTRAVERSO IL TIMORE TIENE UNA REPUBBLICA. INFINE MACHIAVELLI SI RAMMARICA DEL FATTO CHE SE LA CHIESA FOSSE STATA PIU’ FORTE L’ITALIA SAREBBE STATA PIU’ UNITA
Mondiali 2006
mercoledì, giugno 21, 2006
Coca Cola E Mentos alla menta
Vi indico due link mi raccomando vedeteveli tutti e due, in uno si vedono gli effetti che si hanno immergendo delle mentos in una bottiglia di coca e nell'altro si vedono gli effetti che ha sul corpo umano(c'è una tipa che beve prima coca e poi mangia le mentos)guardateli........
Video Esperimento coca-cola+mentos
Video Esperimento ragazza che beve coca e mangia mentos insieme
Vedeteli mi raccomando :D
Tutti vogliono gli onori e nessuno gli oneri
Onestamente trovo ridicolo che vengano spesi dei soldi in parate militari in onore del Pres. della Repubblica, quando le amministrazioni regionali, provinciali e comunali con gli stessi soldi potrebbero risolvere delle problematiche più vitali di una parata.
Al limite se i corpi militari ci tengono proprio a queste parate le facciano senza percepire il loro stipendio, dato che spendere dei soldi per queste manifestazioni non è di importanza vitale come aprire un asilo nido o fare tante altre cose.
Vabbè lasciamo perdere........
lunedì, giugno 19, 2006
John Pentsil I Love U
Non Ci Sono parole per descrivere questo stupendo gesto di amicizia.
Mitico John Pentsil!!!!
Forza Ghana!!!!!! Speriamo che passino Ghana e Italia!!!!!!
Appello promosso da Daniele Capezzone
VOTATE L'APPELLO!!! Caro Vito, sabato mattina, "Il Sole 24 Ore" ha pubblicato con grande evidenza il manifesto-appello che, dopo la mia elezione alla Presidenza della Commissione Attività produttive della Camera, ho lanciato insieme ad alcune illustri personalità. Mi permetto di segnalartelo, preannunciandoti che i contenuti di questo testo diverranno presto materia sia di iniziative parlamentari sia di appuntamenti pubblici in tutta Italia. Intanto, puoi sottoscrivere a tua volta il manifesto-appello a questo link: http://www.radicali.it/appello_outsider/form.php Grazie davvero, un caro saluto e a presto. Daniele Capezzone "L'ITALIA CE LA PUO' FARE": MANIFESTO-APPELLO PER UNO "STATUTO DEGLI OUTSIDER" E UNA NUOVA ALLEANZA SOCIALE L'Italia ce la può fare. E' ancora possibile invertire la rotta sia rispetto ai segni concreti di declino, sia rispetto alla retorica del "declino inevitabile". La crisi italiana è vera e profonda, ma troppo spesso è descritta come ineluttabile ed irreversibile. Non è così. Certo, occorre voltare pagina. Un sistema dei partiti vecchio, eppure ancora troppo potente e costoso, inchioda il paese e la politica italiana a risse di fazioni, a scontri di tifoserie: e da oltre un decennio, a maggioranze troppo timide rispetto alle grandi urgenze di cambiamento, si contrappongono opposizioni dedite a tentare di scalzare e demonizzare i Governi, ma incapaci di sfidarli sul terreno di solide controproposte di riforma. Così, si moltiplicano le occasioni e i fenomeni di sterile conflittualità, che fanno il gioco delle componenti più illiberali e conservatrici dei due schieramenti, così come delle mille lobby impegnate a proteggere i propri privilegi, mentre si impediscono quei confronti che nutrono le democrazie, rendono più saldo il tessuto civile e aiutano il prevalere, dentro e fuori i Poli maggiori, delle forze liberali e riformatrici. Per questo, occorre una terapia d'urto, e bisogna ripartire da un'attenzione nuova alla questione sociale del nostro tempo. Servono non maggiori protezioni ma una più concreta Condizione preliminare, senza dubbio, è rappresentata dal risanamento dei conti pubblici. Esprimiamo per questo fiducia e sostegno nell'opera del Ministro dell'Economia. Ma, nello stesso tempo, riteniamo che vi siano altre tre priorità da incardinare ed affrontare. 1. L'economia italiana non ripartirà finché non verrà liberata dai mille vincoli che bloccano la concorrenza e consentono l'accumularsi di rendite pagate dagli outsider. Occorre imboccare con decisione la via delle liberalizzazioni: questa deve essere la priorità della politica economica. a. La competizione e la liberalizzazione nel settore dei servizi di pubblica utilità, anche a livello locale, in una corretta suddivisione dei ruoli tra pubblico e privato, è una priorità assoluta per il paese. Come ha sottolineato il Governatore della Banca d'Italia, la concorrenza è per definizione un agente di giustizia sociale: e il superamento delle rendite monopolistiche e oligopolistiche, con relativa riduzione dei costi dei servizi, è un fattore fondamentale di miglioramento delle condizioni di vita in primo luogo delle fasce più povere della popolazione. 2. Non è possibile rinviare ancora l'apertura del dibattito sulle riforme strutturali, in Italia ferme da troppo tempo, e sempre differite e rinviate. E' necessario che da subito, e comunque nella prima parte della legislatura, si ponga mano alla questione della sanità, del pubblico impiego e delle pensioni, a partire dall'innalzamento dell'età media effettiva di pensionamento, in una nuova alleanza tra padri e figli, e con atti di generosità dei primi nei confronti dei secondi. Ma attenzione, i tagli da soli non servono. Interventi finanziari non accompagnati da un cambiamento delle regole sono effimeri: occorre cambiare le regole che sono alla base della crescita della spesa pubblica. 3. In termini di mercato del lavoro, occorre ripartire dal Libro Bianco di Marco Biagi. Certo, non possono essere solo i lavoratori a correre i rischi della flessibilità: ma sbarazzarsi della Legge 30 sarebbe un grave errore. Va invece riequilibrata e completata, e proprio nella direzione del Rapporto Biagi, e quindi riscrivendo il sistema degli ammortizzatori sociali, che in questo paese hanno finito spesso per tutelare troppo pochi (su 100 persone che perdono il lavoro, in Italia, solo 17 hanno una qualche forma di tutela). Ecco perché bisognerebbe -invece- pensare al modello inglese, con un sussidio di disoccupazione, e un meccanismo di "welfare to work". Occorre più coraggio. E una coraggiosa politica di riforme e di modernizzazione avrebbe la doppia caratteristica di rimettere il paese in movimento e -insieme- di aiutare i più deboli. Ha detto Tony Blair: "Ogni volta che ho introdotto una riforma, mi sono pentito solo di non essermi spinto ancora più avanti". Invitiamo Governo, Parlamento, forze politiche e sociali a tenere questa citazione come monito e come bussola. *** Appello promosso da Daniele Capezzone (Presidente della Commissione Attività produttive della Camera). Questi i nomi di alcuni tra i primi firmatari: -Alberto Alesina, Economia, Harvard University Per aderire d.capezzone@radicali.it oppure www.radicali.it oppure (fax) 06-68805396 . Per non ricevere altre email inviare un messaggio a cancellami@radicali.it,
Riforme strutturali, concorrenza e liberalizzazioni, 7 giorni per aprire un'impresa, il nodo dei salari più bassi d'Europa
offerta di chances al popolo dei "non garantiti": occorre un vero e proprio "statuto degli outsider", di quanti (consumatori, giovani, imprenditori del rischio e dell'innovazione, donne, lavoratori del privato, disoccupati, sottoccupati, pensionati sociali e al minimo, immigrati) sono e restano fuori dal fortino delle garanzie e dei privilegi. Questa Italia degli "outsider", dei "non garantiti", di fatto priva di tutele, è oggi senza volto e senza voce, silenziata prima ancora che silenziosa.
In questo senso, proponiamo alcune concrete e urgenti possibilità di intervento, che dovrebbero accompagnarsi ad un rinnovato sforzo e a significativi investimenti delle imprese (sostenute, in questo, da una decisa iniziativa politica a livello nazionale e locale) nell'innovazione di processo e di prodotto, anche come condizione per un'effettiva capacità di attrarre nuove risorse e di competere su scala internazionale.
b. Servono azioni concrete in termini di "riforme senza spesa": ad esempio, il superamento degli ordini professionali (per contribuire a riaprire una società chiusa, segnata dal peso di lobby e corporazioni), e l'abolizione del valore legale del titolo di studio universitario (per garantire uno shock nel segno della competizione positiva, dell'invito ai giovani a scommettere su di sé più che sul possesso di un pezzo di carta).
c. Occorre ridurre a 7 giorni al massimo il tempo necessario all'apertura di una nuova impresa, comprimendo tempi e caratteristiche degli adempimenti amministrativi, o comunque generalizzando criteri di silenzio-assenso e di autocertificazione: intanto, l'impresa apra e proceda, e poi provveda al completamento dell'iter burocratico.
Contestualmente, occorre affrontare il nodo dei salari italiani, tuttora tra i più bassi d'Europa. E' necessario e possibile detassare per cinque anni gli aumenti salariali, e prevedere una riforma dei contratti che leghi la parte variabile dei salari ai risultati raggiunti e alla produttività. I sacrifici non possono essere sostenuti da una sola parte.
-Giuliano Da Empoli, Direttore di "Zero"
-Gian Maria Fara, Presidente dell'Eurispes
-Natale Forlani, Amministratore Delegato di "Italia Lavoro"
-Oscar Giannino, Vicedirettore di "Finanza e Mercati"
-Francesco Giavazzi, Economia, Università Bocconi di Milano
-Massimo Lo Cicero, Economia dello sviluppo, Università di Roma La Sapienza
-Pio Marconi, Sociologia del diritto, Università di Roma La Sapienza
-Alberto Mingardi, Direttore generale Istituto Bruno Leoni
-Fiorella Kostoris Padoa Schioppa, Economia, Università di Roma La Sapienza
-Fabio Pammolli, Direttore di "Istituzioni Mercati Tecnologie"
-Gaetano Romano, Presidente Associazione Nazionale Praticanti e Avvocati
-Florindo Rubbettino, Editore
-Luca Solari, Direttore del Centro di ricerca interdipartimentale Work, Training & Welfare, Università degli Studi di Milano
-Carlo Stagnaro, Direttore dipartimento "Ecologia di mercato" Istituto Bruno Leoni
-Secondo Tarditi, Facoltà di Economia, Università di Siena
-Chicco Testa, già Presidente dell'Enel
inserendo nel testo del messaggio l'indirizzo email del quale si vuole richiedere la cancellazione
domenica, giugno 18, 2006
Intercettazioni
Allarme. Stop.
Un’azienda privata spia gli italiani da anni. Stop.
Può tenere sotto scacco chi vuole. Stop.
E’ uno scandalo che vale dieci Tangentopoli. Stop.
Nessun ministro (sotto scacco?) ne parla. Stop.
Centro gestione di Padova di Telecom Italia. Stop.
Sistema chiamato Radar. Stop.
Tre miliardi e 332 milioni di informazioni riservate. Stop.
Cinque supercalcolatori collegati ad una centrale da 10 mila miliardi di byte. Stop.
Informazioni sui cittadini relative ad orario, numeri, posizione, dati anagrafici. Stop.
Procura di Milano avvia un’inchiesta per associazione a delinquere finalizzata alla rivelazione di notizie riservate. Stop.
Il direttore della sicurezza di Telecom Italia, Giuliano Tavaroli “group senior vice president” rassegna le dimissioni. Stop.
Il tronchetto dell’infelicità non sapeva niente. Stop.
Il tronchetto ha avviato un’inchiesta interna. Stop.
L’inchiesta è stata affidata a Armando Focaroli. Stop.
Il comitato per il controllo interno composto da Guido Ferrarini, Domenico De Sole, Marco Onado, Francesco Denozza è stato messo al corrente dei risultati. Stop.
E’ stato trovato un buco interno nel sistema informatico. Stop.
La Telecom inoltrerà una denuncia alla Procura di Milano sulle intercettazioni illegali. Stop.
E’ come se Totò Riina scoprisse dei mafiosi nella sua organizzazione interna ed avviasse un’inchiesta. Stop.
Sono stufo di essere preso per il c..o. Stop.
Sotto inchiesta va messo Tronchetti. Stop.
Perchè nessuno lo fa? Stop.
Perchè i giornali e le televisioni, tranne il gruppo L’Espresso, non ne parlano? Stop.
La risposta è dentro Radar? Stop.
Valore azione Telecom 2,153 euro. Stop.
Perdita da inizio anno -13%. Stop.
Tronchetti va fermato. Stop.
E' veramente uno schifo..............
lunedì, giugno 12, 2006
Università Italiana
Vabbè lasciamo perdere....
NO COMMENT!!!!
domenica, giugno 11, 2006
Totti al suo esordio...
martedì, giugno 06, 2006
La Cristalleria. Riflessioni dal mio mondo
Ma Enzo Biagi in base a quali criteri critica le scelte del neo eletto presidente della comunità ebraica milanese Andrea Jarach? Sono semplicemente senza parole.......
La libertà di stampa è giusta quella di insulto.....