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vi invito a vedere con quanta passione in questo video Whitney Houston canta l'inno nazionale americano e con quanto amore i giocatori e gli ufficiali dell'esercito la ascoltano. Questo amore per la patria e per il senso di appartenenza a una nazione sogno di vederlo presto in Italia. Mi emoziono ad ascoltare il nostro inno di mameli cosi come mi emoziono ad ascoltare l'inno di coloro che ci hanno liberato dai nazisti e dai fascisti. Viva l'Italia e Viva gli Stati Uniti D'America
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domenica, novembre 16, 2008
domenica, novembre 09, 2008
Samuele Alatri - Una storia attuale
Samuele Alatri
(Roma 30 Marzo 1805 – 20 Maggio 1889)
“il più cristiano tra i consiglieri municipali di Roma” (Pio IX 1871)
Uomo di limpida dirittura e di vaste capacità amministrative. Fu Il più importante rappresentante della comunità ebraica di Roma nel XIX secolo. Deputato al Parlamento d’Italia. Assessore alla Finanze di Roma. Presidente del Monte di Pietà e Consigliere della Banca Pontificia (poi Banca Romana).
Vissuto in un’epoca di grandi eventi per la comunità ebraica e ovviamente per l’Italia Intera. Nel 1828 all’età di soli 23 anni entrò nel consiglio direttivo della Comunità. Divenne ben presto l’intermediario fra gli ebrei romani e il governo pontificio. Lo stesso papa Gregorio XVI lo chiamava “il nostro Cicerone” e invitava la propria corte ad ascoltare con attenzione il suo modo di porgere le questioni all’indirizzo del papa, encomiandolo pubblicamente: “Quando difendete una causa di giustizia o di umanità voi Alatri mi toccate sul vivo”.
La sua prima conquista fu permettere agli ebrei romani di partecipare ai prestiti del Monte di Pietà, ma fu tale il suo prestigio in campo economico e contabile che poi ne diventerà addirittura presidente per 15 anni dal 1875 al 1889, riportandolo in pochi anni da una situazione di bilancio prossima al fallimento a una situazione di attivo.
Nel 1840 iniziano i suoi viaggi all’estero durati ben 25 anni che lo porteranno in Francia e in Inghilterra a contatto con molte personalità dell’epoca, tra cui ambasciatori, banchieri, imprenditori e studiosi (quali il barone De Rothschild, Adolfo Frank, Alberto Coen e Salomone Munk) che gli valsero una larga cultura e ricchissime esperienze sia nel campo amministrativo che in quello pedagogico.
La svolta liberale di Pio IX favorì il contatto tra Alatri e alcuni protagonisti del Risorgimento Italiano, quali Marco Minghetti, Massimo D’Azeglio, Carlo Farini, e Terenzio Mariani. Fu favorevole alla Repubblica Romana, ma senza suscitare reazioni verso di lui e verso la Comunità da parte di Pio IX, tant’è che nel 1850, caduta la repubblica fu chiamato dallo stesso Governo Pontificio a far parte del Consiglio di Reggenza (analogo al Consiglio di Amministrazione) della Banca dello Stato Pontificio e gli venne riconosciuto con plauso generale il merito di salvare la banca dalla crisi finanziaria del 1854-1855. Rimase nel consiglio di amministrazione (che prenderà il nome di Banca Romana) anche dopo l’annessione di Roma al Regno d’Italia. In quegli anni coltivò tra l’altro buone relazioni con Monsignor De Merode, col Conte Antonelli e suo fratello il Cardinale, Governatore della Banca Pontificia fino al 1870.
Fece parte della delegazione che portò al Re Vittorio Emanuele II il risultato del plebiscito popolare per l’annessione di Roma, avvenuta il 2 Ottobre 1870.
La città gli dimostrò la propria stima affidandogli la carica prestigiosa di Assessore alle Finanze ed eleggendolo nella seconda circoscrizione elettorale, deputato al Parlamento Italiano, accanto a Giuseppe Garibaldi e Guido Bacelli. In particolare, Alatri si dedicò ai lavori della Commissione Contabile dal 1874 al 1876.
In una delle riunioni del Consiglio Municipale, in un clima di esasperato laicismo, Alatri si oppose alla rimozione del crocifisso dalle aule del municipio e nella Piazza del Verano, sostenendo casomai la necessità di aggiungere la stella di David, in coerenza con i suoi principi liberali. Tale fu il gesto di riconciliazione e di fratellanza che gli valse l’encomio da parte di Pio IX che lo definì “il più cristiano tra i consiglieri municipali di Roma”.
Nel1876 grazie soprattutto all’impegno del figlio Giacomo, favorì lo sviluppo dell’Opera degli Asili Infantili della comunità ebraica (costituiti sedici anni prima da Tranquillo Ascarelli e sempre grazie al suo apporto), tanto che il Re ne riconobbe i diritti di Ente morale.
Indiscusso leader della comunità ebraica ormai da decenni, si dedicò alla sua riorganizzazione e ne fece riconoscere i diritti al nuovo Stato Italiano favorendo tra l’altro l’abolizione giuridica del Ghetto. Dopo l’approvazione da parte del Re dello Statuto della Comunità ne fu eletto formalmente presidente. Il primo della serie. Memorabile è il suo discorso del 17 Maggio 1885 in cui nell’esporre con dovizia di particolari la nuova organizzazione, esortava i suoi membri a partecipare attivamente alla realizzazione degli alti obiettivi e dei nobili scopi della collettività.
L’8 Marzo 1889 venne colpito duramente negli affetti dalla perdita del figlio primogenito Giacomo (deceduto a soli 58 anni). Pochi mesi dopo il 20 Maggio, all’età di 84 anni, si spegne nel compianto generale della città, come testimoniano le parole del sindaco d’allora Augusto Armellini che disse: “la città di Roma ha amato fervidamente il defunto Samuele Alatri e ora lo piange come si piange un padre”.
Fonti Bibliografiche:
Storia degli ebrei di Roma (di Abraham Berliner)
Ebrei in Italia (di Maurizio Molinari)
Breve Storia degli ebrei d’Italia (Histadruth Hamorim, Associazione Insegnanti Ebrei d’Italia)
Storia degli ebrei in Roma (di Giacomo Blustein)
Seconda emancipazione degli ebrei romani (di Vincenzo Morelli)
Enciclopedia Treccani
Cenni Biografici di Samuele Alatri (di Marco Alatri)
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(Roma 30 Marzo 1805 – 20 Maggio 1889)
“il più cristiano tra i consiglieri municipali di Roma” (Pio IX 1871)
Uomo di limpida dirittura e di vaste capacità amministrative. Fu Il più importante rappresentante della comunità ebraica di Roma nel XIX secolo. Deputato al Parlamento d’Italia. Assessore alla Finanze di Roma. Presidente del Monte di Pietà e Consigliere della Banca Pontificia (poi Banca Romana).
Vissuto in un’epoca di grandi eventi per la comunità ebraica e ovviamente per l’Italia Intera. Nel 1828 all’età di soli 23 anni entrò nel consiglio direttivo della Comunità. Divenne ben presto l’intermediario fra gli ebrei romani e il governo pontificio. Lo stesso papa Gregorio XVI lo chiamava “il nostro Cicerone” e invitava la propria corte ad ascoltare con attenzione il suo modo di porgere le questioni all’indirizzo del papa, encomiandolo pubblicamente: “Quando difendete una causa di giustizia o di umanità voi Alatri mi toccate sul vivo”.
La sua prima conquista fu permettere agli ebrei romani di partecipare ai prestiti del Monte di Pietà, ma fu tale il suo prestigio in campo economico e contabile che poi ne diventerà addirittura presidente per 15 anni dal 1875 al 1889, riportandolo in pochi anni da una situazione di bilancio prossima al fallimento a una situazione di attivo.
Nel 1840 iniziano i suoi viaggi all’estero durati ben 25 anni che lo porteranno in Francia e in Inghilterra a contatto con molte personalità dell’epoca, tra cui ambasciatori, banchieri, imprenditori e studiosi (quali il barone De Rothschild, Adolfo Frank, Alberto Coen e Salomone Munk) che gli valsero una larga cultura e ricchissime esperienze sia nel campo amministrativo che in quello pedagogico.
La svolta liberale di Pio IX favorì il contatto tra Alatri e alcuni protagonisti del Risorgimento Italiano, quali Marco Minghetti, Massimo D’Azeglio, Carlo Farini, e Terenzio Mariani. Fu favorevole alla Repubblica Romana, ma senza suscitare reazioni verso di lui e verso la Comunità da parte di Pio IX, tant’è che nel 1850, caduta la repubblica fu chiamato dallo stesso Governo Pontificio a far parte del Consiglio di Reggenza (analogo al Consiglio di Amministrazione) della Banca dello Stato Pontificio e gli venne riconosciuto con plauso generale il merito di salvare la banca dalla crisi finanziaria del 1854-1855. Rimase nel consiglio di amministrazione (che prenderà il nome di Banca Romana) anche dopo l’annessione di Roma al Regno d’Italia. In quegli anni coltivò tra l’altro buone relazioni con Monsignor De Merode, col Conte Antonelli e suo fratello il Cardinale, Governatore della Banca Pontificia fino al 1870.
Fece parte della delegazione che portò al Re Vittorio Emanuele II il risultato del plebiscito popolare per l’annessione di Roma, avvenuta il 2 Ottobre 1870.
La città gli dimostrò la propria stima affidandogli la carica prestigiosa di Assessore alle Finanze ed eleggendolo nella seconda circoscrizione elettorale, deputato al Parlamento Italiano, accanto a Giuseppe Garibaldi e Guido Bacelli. In particolare, Alatri si dedicò ai lavori della Commissione Contabile dal 1874 al 1876.
In una delle riunioni del Consiglio Municipale, in un clima di esasperato laicismo, Alatri si oppose alla rimozione del crocifisso dalle aule del municipio e nella Piazza del Verano, sostenendo casomai la necessità di aggiungere la stella di David, in coerenza con i suoi principi liberali. Tale fu il gesto di riconciliazione e di fratellanza che gli valse l’encomio da parte di Pio IX che lo definì “il più cristiano tra i consiglieri municipali di Roma”.
Nel1876 grazie soprattutto all’impegno del figlio Giacomo, favorì lo sviluppo dell’Opera degli Asili Infantili della comunità ebraica (costituiti sedici anni prima da Tranquillo Ascarelli e sempre grazie al suo apporto), tanto che il Re ne riconobbe i diritti di Ente morale.
Indiscusso leader della comunità ebraica ormai da decenni, si dedicò alla sua riorganizzazione e ne fece riconoscere i diritti al nuovo Stato Italiano favorendo tra l’altro l’abolizione giuridica del Ghetto. Dopo l’approvazione da parte del Re dello Statuto della Comunità ne fu eletto formalmente presidente. Il primo della serie. Memorabile è il suo discorso del 17 Maggio 1885 in cui nell’esporre con dovizia di particolari la nuova organizzazione, esortava i suoi membri a partecipare attivamente alla realizzazione degli alti obiettivi e dei nobili scopi della collettività.
L’8 Marzo 1889 venne colpito duramente negli affetti dalla perdita del figlio primogenito Giacomo (deceduto a soli 58 anni). Pochi mesi dopo il 20 Maggio, all’età di 84 anni, si spegne nel compianto generale della città, come testimoniano le parole del sindaco d’allora Augusto Armellini che disse: “la città di Roma ha amato fervidamente il defunto Samuele Alatri e ora lo piange come si piange un padre”.
Fonti Bibliografiche:
Storia degli ebrei di Roma (di Abraham Berliner)
Ebrei in Italia (di Maurizio Molinari)
Breve Storia degli ebrei d’Italia (Histadruth Hamorim, Associazione Insegnanti Ebrei d’Italia)
Storia degli ebrei in Roma (di Giacomo Blustein)
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giovedì, ottobre 23, 2008
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martedì, agosto 26, 2008
Ottimo ristorante kasher a Roma. Aperto ad agosto!
Qualche sera fa sono stato a cena in un ristorante nel cuore del quartiere ebraico di Roma. Avevamo voglia di assaporare qualche piatto della tradizione ebraica romana e cosi, io e una mia amica, ci sono avventurati nel ristorante "Nonna Betta". L'ambiente famigliare ti mette subito a tuo agio. Ci accomodiamo e ordiniamo dei pezzettini fritti vegetali e di mare. La frittura è ben fatta e piacevole. Passo passiamo al primo e ordiniamo dei tagliolini bottarga e cicoria(davvero buoni) e dei maltagliati spigola e limone. La stessa cosa per gli aliciotti con l'indivia. Sono rimasto davvero colpito da questo nuovo ristorante kosher a Roma che tra l'altro è aperto anche nel mese di agosto.
Brava Nonna Betta! Anche se in cucina lo chef non aveva la faccia di una nonna... :)
Comunque consigliatissimo. Io ci sono anche ritornato oggi a pranzo e non ho avuto da ricredermi.
Andateci pure a nome mio. I prezzi sono buoni come tutto il resto!
Vito (Lacristalleria)
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lunedì, agosto 25, 2008
Video Molto Divertente
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martedì, luglio 22, 2008
Boris 2 - Gli occhi del cuore
Anche questa seconda serie di Boris sta per giungere al termine è come alla fine di ogni percorso è giusto tirare le somme. In primo luogo bisogna dire che Boris è un prodotto di altissima qualità, come se ne vedono pochi negli ultimi anni. Tutti gli attori risultano credibili nel loro ruolo, ad esclusione di Corrado Guzzanti, il quale sembra un po' fuori luogo in questa fiction. Generalmente le puntate con Guzzanti(Corrado, perchè la sorella che interpreta Arianna è bravissima), sono risultate più noiose delle altre, perdevano in qualità del prodotto.
Geniale il ruolo di Stanis, e ottima l'interpretazione di Pannofino. Sicuramente il voto non può essere basso. Se ci fosse stato più Tiraboschi e meno Guzzanti avrei dato un'otto. Cosi il mio voto è di 7,5--.
Comunque complimenti! Non vedo l'ora di vedere l'ultima puntata della seconda serie e aspetto che incominci la terza.
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mercoledì, giugno 25, 2008
Breve riflessione politica a 70 anni dalle leggi razziali
A 70 anni dall'entrata in vigore delle leggi razziali in Italia, che costituirono per la nostra storia di italiani e di esseri umani un'onta indelebile, risulta necessaria una riflessione sulla situazione attuale. Nel 2008 ci troviamo ancora una volta in un momento di crisi economica e di crescente intolleranza, verso una parte consistente di cittadini stranieri che vivono, lavorano e contribuiscono al benessere del nostro paese.
Le leggi razziali che colpirono i cittadini italiani di religione ebraica nel 1938, per dirla con le parole del Cav. Di Gran Croce P.Terracina, deportato ad Auschwitz, tolsero agli ebrei "non soltanto il diritto di "avere" ma anche il diritto di "essere"" poiché "molti provvedimenti toglievano la possibilità di poter svolgere un lavoro o una professione, ma altri incidevano sulla qualità della vita e in essi era contenuta soltanto la volontà vessatoria e persecutoria del fascismo". E' proprio su quel "diritto di essere", e non sul principio di tolleranza unilaterale, che dobbiamo focalizzare la nostra attenzione e il nostro impegno. Oggi, come ieri e come domani, è nostro dovere garantire che l'essere umano, ovunque si trovi, possa realizzarsi in modo paritetico all'interno di quel sistema che noi chiamiamo democrazia. Aldila del credo religioso è importante ricordare che nell'Esodo è detto: " non ingannare né angustiare lo straniero poiché stranieri foste nella terra d'Egitto". I nostri compatrioti che partirono per l'America furono stranieri in terra straniera, noi forse un giorno saremo stranieri in terra straniera, ed è di fondamentale importanza accogliere lo straniero come noi vorremmo essere accolti. Non si tratta di garantire l'ingresso nella vita sociale di un sistema, ma di permetterne e garantirne quel diritto all' "essere" di cui parlava Pietro Terracina. Per giungere a questo obiettivo bisogna impegnarsi nella conoscenza piuttosto che nella tolleranza. E' quindi giusto che si prevedano adeguati strumenti amministrativi e legislativi per mettere lo straniero in carreggiata, cosi da favorirne l'integrazione. Questo atteggiamento, viene in molti casi percepito dal cittadino come discriminante, quando in realtà l'elemento discriminante è un sistema iperburocratizzato.
Sabino Cassese, uno dei più importanti giuristi italiani, ha stimato che lo stock di leggi in vigore è compreso tra la 50 e le 150 mila norme, mentre una più che ottimistica stima del Servizio Studi della Camera dei Deputati ne ha individuate circa 37 mila. Si tenga conto che in Francia vi sono poco più di 10 mila leggi vigenti e in Germania meno di 9 mila. E' quindi evidente che uno stock normativo di tale consistenza porterà il cittadino a sentirsi straniero nella casa in cui vive. Diventa quindi necessario garantire l'uguaglianza sostanziale e formale davanti alla legge. Parallelamente a ciò è necessario prevedere strumenti che consentano ai cittadini italiani e stranieri, di costruire un rapporto basato sull'integrazione e non sulla tolleranza.
Non dobbiamo dimenticare che i totalitarismi videro la luce in momenti di crisi socio-economica, e per evitare la rinascita di forme di razzismo e intolleranza, ancora vive in alcune zone del mondo in cui viviamo, sono necessarie una cultura dell'integrazione e un sistema in cui il diritto è certo e accessibile a tutti.
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Le leggi razziali che colpirono i cittadini italiani di religione ebraica nel 1938, per dirla con le parole del Cav. Di Gran Croce P.Terracina, deportato ad Auschwitz, tolsero agli ebrei "non soltanto il diritto di "avere" ma anche il diritto di "essere"" poiché "molti provvedimenti toglievano la possibilità di poter svolgere un lavoro o una professione, ma altri incidevano sulla qualità della vita e in essi era contenuta soltanto la volontà vessatoria e persecutoria del fascismo". E' proprio su quel "diritto di essere", e non sul principio di tolleranza unilaterale, che dobbiamo focalizzare la nostra attenzione e il nostro impegno. Oggi, come ieri e come domani, è nostro dovere garantire che l'essere umano, ovunque si trovi, possa realizzarsi in modo paritetico all'interno di quel sistema che noi chiamiamo democrazia. Aldila del credo religioso è importante ricordare che nell'Esodo è detto: " non ingannare né angustiare lo straniero poiché stranieri foste nella terra d'Egitto". I nostri compatrioti che partirono per l'America furono stranieri in terra straniera, noi forse un giorno saremo stranieri in terra straniera, ed è di fondamentale importanza accogliere lo straniero come noi vorremmo essere accolti. Non si tratta di garantire l'ingresso nella vita sociale di un sistema, ma di permetterne e garantirne quel diritto all' "essere" di cui parlava Pietro Terracina. Per giungere a questo obiettivo bisogna impegnarsi nella conoscenza piuttosto che nella tolleranza. E' quindi giusto che si prevedano adeguati strumenti amministrativi e legislativi per mettere lo straniero in carreggiata, cosi da favorirne l'integrazione. Questo atteggiamento, viene in molti casi percepito dal cittadino come discriminante, quando in realtà l'elemento discriminante è un sistema iperburocratizzato.
Sabino Cassese, uno dei più importanti giuristi italiani, ha stimato che lo stock di leggi in vigore è compreso tra la 50 e le 150 mila norme, mentre una più che ottimistica stima del Servizio Studi della Camera dei Deputati ne ha individuate circa 37 mila. Si tenga conto che in Francia vi sono poco più di 10 mila leggi vigenti e in Germania meno di 9 mila. E' quindi evidente che uno stock normativo di tale consistenza porterà il cittadino a sentirsi straniero nella casa in cui vive. Diventa quindi necessario garantire l'uguaglianza sostanziale e formale davanti alla legge. Parallelamente a ciò è necessario prevedere strumenti che consentano ai cittadini italiani e stranieri, di costruire un rapporto basato sull'integrazione e non sulla tolleranza.
Non dobbiamo dimenticare che i totalitarismi videro la luce in momenti di crisi socio-economica, e per evitare la rinascita di forme di razzismo e intolleranza, ancora vive in alcune zone del mondo in cui viviamo, sono necessarie una cultura dell'integrazione e un sistema in cui il diritto è certo e accessibile a tutti.
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Blog divertente su Barack Obama
Fateci un giro... vi cito solo alcune delle frasi:
Barack Obama ha finto di cadere dalle nuvole quando gli hai chiesto se ti ha fatto lui la ricarica da 250 € sul cellulare. (poetaminore)
Barack Obama ha messo in giro voci che esaltano le tue prestazioni sessuali. (rakon)
Barack Obama ha tenuto aggiornato il tuo blog quando non c'eri senza che glielo chiedessi.
Barack Obama è rimasto in spiaggia tutta la notte per difendere il tuo castello dall'alta marea. (poetaminore)
Barack Obama ha fatto vedere agli ospiti le foto delle tue vacanze. (tyltyl)
Barack Obama ti faceva copiare sempre i compiti a scuola e dopo cambiava i suoi per non fare insospettire i professori. (rielax)
Barack Obama ti ha detto che la madre di Bambi in realtà è stata solo ferita. (poetaminore)
Barack Obama era contentissimo quando l'hai chiamato durante la sua prima notte di nozze. (jay84
e ce ne sono ancora altre da leggere........
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venerdì, giugno 20, 2008
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domenica, giugno 15, 2008
Le Foto di Anna Grazia Calabria
Anna Grazia Calabria nata a NEW YORK (STATI UNITI D'AMERICA) il 6 maggio 1982 subentrerà alla Camera dei Deputati al neo sindaco di Roma Gianni Alemanno. La giovane laureata in giurisprudenza è nipote di Carlo Calabria, European head of M&A di Merrill Lynch e figlia dell'head of finance di Finmeccaninca.
Anche la Calabria porterà un po' di aria fresca nelle aule di montecitorio, peccato che questo rinnovamento nasca sempre dagli stessi salotti. In ogni caso meglio una giovane intraprendente che un ottantenne ottuso.
In ogni caso beata lei. Speriamo che possa contribuire al bene della nostra nazione.
Le foto di questa neo deputata sono ancora introvabili su google, ma siamo sicuri che sarà cosi per ancora pochissimo tempo.
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venerdì, giugno 13, 2008
Le Pagelle di Italia-Romania 1-1
Buffon 8
Grosso 7
Chiellini 6.5
Zambrotta 5.5
Panucci 7
Perrotta 5.5
De Rossi 7.5
Pirlo 7
Camoranesi6
Del Piero 6
Toni 6.5
Ambrosini 5
Quagliarella 5
Cassano 7
Arbitro: 3
Grosso 7
Chiellini 6.5
Zambrotta 5.5
Panucci 7
Perrotta 5.5
De Rossi 7.5
Pirlo 7
Camoranesi6
Del Piero 6
Toni 6.5
Ambrosini 5
Quagliarella 5
Cassano 7
Arbitro: 3
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giovedì, giugno 12, 2008
Pagella al tiramisù del Bar Pompi di Roma
Il tiramisù del bar Pompi nelle adiacenze di piazza re di Roma non mi ha stupito. Tutti i miei amici e conoscenti a parlarmi di questo tiramisù: quanto è buono, devi provarlo, etc.. In un momento di calo di zuccheri mi sono recato presso il bar pompi, ho fatto lo scontrino alla cassa(pagando 3€ se non ricordo male), mi sono messo in fila fino a che è arrivato il mio momento.
Un gentile signore al bancone mi chiede se preferisco il tiramisù alla fragola o quello classico, natuarlmente mi butto sul classico. Le mie papille gustative si preparano al contatto con questa dolcezza cremosa. Impugno il cucchiaino, lo affondo nel tiramisù, lo porto alla bocca e poi....niente di che. Sicuramente non faceva schifo, però tutta sta pubblicità mi pare un po' eccessiva. Dopo essermelo mangiato tutto me ne vado felice per aver mangiato il tiramisù ma deluso nelle aspettative. Per esempi i granelli di cioccolato sopra la crema non erano di grande qualità. E a mio giudizio se sei specializzato su un prodotto in particolare non devi badare a spese.
Visto che non mi fermo mai all'apparenza e che non mi faccio un'idea su due piedi, dopo qualche settimana decido di tornare. Ripeto tutto il procedimento di prima, ma il risultato è sempre lo stesso.
Insomma il mio voto definitivo al tiramisù del Bar Pompi di Roma è 6+.
Un gentile signore al bancone mi chiede se preferisco il tiramisù alla fragola o quello classico, natuarlmente mi butto sul classico. Le mie papille gustative si preparano al contatto con questa dolcezza cremosa. Impugno il cucchiaino, lo affondo nel tiramisù, lo porto alla bocca e poi....niente di che. Sicuramente non faceva schifo, però tutta sta pubblicità mi pare un po' eccessiva. Dopo essermelo mangiato tutto me ne vado felice per aver mangiato il tiramisù ma deluso nelle aspettative. Per esempi i granelli di cioccolato sopra la crema non erano di grande qualità. E a mio giudizio se sei specializzato su un prodotto in particolare non devi badare a spese.
Visto che non mi fermo mai all'apparenza e che non mi faccio un'idea su due piedi, dopo qualche settimana decido di tornare. Ripeto tutto il procedimento di prima, ma il risultato è sempre lo stesso.
Insomma il mio voto definitivo al tiramisù del Bar Pompi di Roma è 6+.
giovedì, giugno 05, 2008
mercoledì, giugno 04, 2008
Report con interviste della manifestazione in piazza del campidoglio contro Ahmadinejad
Martedì 3 Giugno. Roma – Piazza del Campidoglio. Il cielo è sereno e in piazza sono rappresentate quasi tutte le più importanti forze politiche e sindacali. In piazza sventolano bandiere di tutti i colori. Si parte da quelle di Israele, dell’Iran e dell’Italia, per poi passare a quelle dell’Arcigay, della Cisl e dell’Ugl. Sul palco c’è tutta la Montecitorio che conta. In questo clima bipartisan riusciamo a rubare qualche dichiarazione ad alcuni tra i più importanti membri di maggioranza e opposizione.
L’iniziativa di Alemanno, di spegnere le luci in Campidoglio, viene considerata da Bettini del Pd “un’iniziativa simbolica, quella del sindaco, che rappresenterà tutti i romani”.
Qui di seguito vi riportiamo alcuni dei commenti rilasciati alla Voce Repubblicana da alcuni membri di maggioranza. Sull’importanza di questa manifestazione il sindaco Alemanno ci dice che “è giusto che tutta la città di Roma sia presente nell’opporsi alla posizione presidente iraniano nei confronti stato Israele” aggiungendo che “solo se la condanna sarà totale, c’è la speranza che l’Iran possa cambiare regime e vivere in pace”. Il Ministro per le politiche comunitare – Andrea Ronchi – aggiunge che è importante essere in piazza “per dimostrare che siamo qui con lo stato di Israele contro tutti i tiranni del mondo”. Alla domanda che gli facciamo su quale posizione debba assumere l’Europa nei confronti del premier iraniano, il ministro risponde che “l’Europa deve essere più concreta e individuare azioni di dissuasione nei confronti di quei paesi che hanno iniziative politiche contrarie al concetto stesso di democrazia”. Per la Vice Presidente della commissione esteri Fiamma Nirenstein “essere in piazza è un gesto di pace. La minaccia di colpire Israele è la minaccia di aprire la guerra atomica in tutto il mondo”.
Presente anche il Presidente del PRI – Giorgio La Malfa – secondo il quale “bisogna dare la testimonianza di una protesta democratica civile di questo tipo” facendo “sentire l’isolamento all’Iran fino a quando non ci sarà una guida democratica. Sempre secondo l’On.La Malfa non si possono escludere “azioni di forza, qualora questo paese dovesse proseguire nello sviluppo di armi nucleari”.
Ancora più forti le dichiarazioni che ci fa l’On. Gasparri. Secondo il capogruppo del Pdl al Senato la posizione di Ahmadinejad nei confronti di Israele è “un autentico delirio se viene indirizzato a chi ha patito in anni le persecuzioni, che rappresentano una delle pagine di orrore nella storia dell’umanità mi meraviglia che la comunità internazionali metta tutti sullo stesso piano” affermando che il leader iraniano dovrebbe essere “cacciato delle Nazioni Unite”. L’ex ministro aggiunge “mi meraviglia che la comunità internazionale metta tutti sullo stesso piano. Mi fa anche un po’ ridere che l’Onu ha avuto da ridire sulle leggi del governo Berlusconi e poi consente che Ahmadinejad possa circolare.Se noi facciamo un dibattito sulle leggi per l’immigrazione veniamo richiamati, Ahmadinejad che vuole distruggere Israele dovrebbe essere sospeso o allontanato dalle Nazioni Unite”.
Domandandogli poi una valutazione sulla posizione dell’Onu in merito al reato di clandestinità l’ex Ministro delle telecomunicazioni afferma che se questo tipo di iniziativa fosse partita dalla sinistra “forse” non si sarebbe alzato un tale polverone, anche se aggiunge “che quella dell’Onu non è una versione ufficiale, sono commenti parziali”. Gasparri invita poi l’Onu a “guardare nell’albo dei soci” dato che “ avere il Presidente iraniano è una cosa inaccettabile”. Il capogruppo al Senato conclude sottolineando l’opportunità che “l’Onu si occupi di queste tragedie” non interferendo “sulla vita di queste libere e democratiche comunità”. C’è poi chi, come Marco Taradash ci fa presente l’importanza degli interessi economici che “possono essere un fattore di forza o debolezza.L’importante è che la politica non diventi prigioniera di questi interessi, ma mi sembra che l’italia si stia comportando bene”
Parlando poi con alcuni membri dell’attuale opposizione sono uscite fuori posizioni interessanti come quella di Gianni Vernetti(PD) secondo il quale “oggi è il momento di inasprire sanzioni e creare uno ombrello di protezione, anche militare, per tutelare stato di Israele”. Per Fiano del Pd “Ahmadinejad non è gradito in questo paese” e secondo Umberto Ranieri presidente della commissione esteri del precedente governo Prodi la piazza di questa sera “esprime il sentimento maggioritario e unanime del mondo politico”. Un sentimento “ampiamente diffuso nel cuore dell’italiani”. C’è chi come Lusetti parla dell’importanza di manifestare “solidarietà al popolo iraniano” denunciando “la pericolosità di chi governa l’Iran”.
Il nostri giri di parole iniziati alle 20.00 si concludono alle 22.50 con il Direttore del Riformista, Antonio Polito, promotore di questa manifestazione, il quale ritiene che “un paese che dichiara di voler cancellare Israele dalla faccia della terra, è certamente un paese a cui non si può consentire di avere bomba atomica”. Per concludere gli chiedo se è soddisfatto di com’è andata la manifestazione e dal suo volto non traspare un dubbio, tanto da affermare che è anche merito di questa iniziativa se nel “mondo politico italiano si è creato un clima tale percui nessuno ha accettato stringere mano ad Ahmadinejad” e “la visita che doveva essere spot pubblicitario si è trasformata in un fiasco”. Tanto è vero, aggiunge il Direttore del Riformista accusato dalla stampa iraniana di complotto contro il presidente che “addirittura Ahmadinejad è partito prima per non subire l’umiliazione di non essere invitato alla cena organizzata da Berlusconi con altri Capi di Stato qui per il vertice Fao”. Quindi “l’obiettivo che ci siamo posti, ovvero isolamento del Presidente iraniano a Roma, è stato raggiunto
L’iniziativa di Alemanno, di spegnere le luci in Campidoglio, viene considerata da Bettini del Pd “un’iniziativa simbolica, quella del sindaco, che rappresenterà tutti i romani”.
Qui di seguito vi riportiamo alcuni dei commenti rilasciati alla Voce Repubblicana da alcuni membri di maggioranza. Sull’importanza di questa manifestazione il sindaco Alemanno ci dice che “è giusto che tutta la città di Roma sia presente nell’opporsi alla posizione presidente iraniano nei confronti stato Israele” aggiungendo che “solo se la condanna sarà totale, c’è la speranza che l’Iran possa cambiare regime e vivere in pace”. Il Ministro per le politiche comunitare – Andrea Ronchi – aggiunge che è importante essere in piazza “per dimostrare che siamo qui con lo stato di Israele contro tutti i tiranni del mondo”. Alla domanda che gli facciamo su quale posizione debba assumere l’Europa nei confronti del premier iraniano, il ministro risponde che “l’Europa deve essere più concreta e individuare azioni di dissuasione nei confronti di quei paesi che hanno iniziative politiche contrarie al concetto stesso di democrazia”. Per la Vice Presidente della commissione esteri Fiamma Nirenstein “essere in piazza è un gesto di pace. La minaccia di colpire Israele è la minaccia di aprire la guerra atomica in tutto il mondo”.
Presente anche il Presidente del PRI – Giorgio La Malfa – secondo il quale “bisogna dare la testimonianza di una protesta democratica civile di questo tipo” facendo “sentire l’isolamento all’Iran fino a quando non ci sarà una guida democratica. Sempre secondo l’On.La Malfa non si possono escludere “azioni di forza, qualora questo paese dovesse proseguire nello sviluppo di armi nucleari”.
Ancora più forti le dichiarazioni che ci fa l’On. Gasparri. Secondo il capogruppo del Pdl al Senato la posizione di Ahmadinejad nei confronti di Israele è “un autentico delirio se viene indirizzato a chi ha patito in anni le persecuzioni, che rappresentano una delle pagine di orrore nella storia dell’umanità mi meraviglia che la comunità internazionali metta tutti sullo stesso piano” affermando che il leader iraniano dovrebbe essere “cacciato delle Nazioni Unite”. L’ex ministro aggiunge “mi meraviglia che la comunità internazionale metta tutti sullo stesso piano. Mi fa anche un po’ ridere che l’Onu ha avuto da ridire sulle leggi del governo Berlusconi e poi consente che Ahmadinejad possa circolare.Se noi facciamo un dibattito sulle leggi per l’immigrazione veniamo richiamati, Ahmadinejad che vuole distruggere Israele dovrebbe essere sospeso o allontanato dalle Nazioni Unite”.
Domandandogli poi una valutazione sulla posizione dell’Onu in merito al reato di clandestinità l’ex Ministro delle telecomunicazioni afferma che se questo tipo di iniziativa fosse partita dalla sinistra “forse” non si sarebbe alzato un tale polverone, anche se aggiunge “che quella dell’Onu non è una versione ufficiale, sono commenti parziali”. Gasparri invita poi l’Onu a “guardare nell’albo dei soci” dato che “ avere il Presidente iraniano è una cosa inaccettabile”. Il capogruppo al Senato conclude sottolineando l’opportunità che “l’Onu si occupi di queste tragedie” non interferendo “sulla vita di queste libere e democratiche comunità”. C’è poi chi, come Marco Taradash ci fa presente l’importanza degli interessi economici che “possono essere un fattore di forza o debolezza.L’importante è che la politica non diventi prigioniera di questi interessi, ma mi sembra che l’italia si stia comportando bene”
Parlando poi con alcuni membri dell’attuale opposizione sono uscite fuori posizioni interessanti come quella di Gianni Vernetti(PD) secondo il quale “oggi è il momento di inasprire sanzioni e creare uno ombrello di protezione, anche militare, per tutelare stato di Israele”. Per Fiano del Pd “Ahmadinejad non è gradito in questo paese” e secondo Umberto Ranieri presidente della commissione esteri del precedente governo Prodi la piazza di questa sera “esprime il sentimento maggioritario e unanime del mondo politico”. Un sentimento “ampiamente diffuso nel cuore dell’italiani”. C’è chi come Lusetti parla dell’importanza di manifestare “solidarietà al popolo iraniano” denunciando “la pericolosità di chi governa l’Iran”.
Il nostri giri di parole iniziati alle 20.00 si concludono alle 22.50 con il Direttore del Riformista, Antonio Polito, promotore di questa manifestazione, il quale ritiene che “un paese che dichiara di voler cancellare Israele dalla faccia della terra, è certamente un paese a cui non si può consentire di avere bomba atomica”. Per concludere gli chiedo se è soddisfatto di com’è andata la manifestazione e dal suo volto non traspare un dubbio, tanto da affermare che è anche merito di questa iniziativa se nel “mondo politico italiano si è creato un clima tale percui nessuno ha accettato stringere mano ad Ahmadinejad” e “la visita che doveva essere spot pubblicitario si è trasformata in un fiasco”. Tanto è vero, aggiunge il Direttore del Riformista accusato dalla stampa iraniana di complotto contro il presidente che “addirittura Ahmadinejad è partito prima per non subire l’umiliazione di non essere invitato alla cena organizzata da Berlusconi con altri Capi di Stato qui per il vertice Fao”. Quindi “l’obiettivo che ci siamo posti, ovvero isolamento del Presidente iraniano a Roma, è stato raggiunto
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lunedì, giugno 02, 2008
Proietti che risate
Barzelletta di Proietti Stupenda!!!
8 Settembre 1943
Per farvi un'idea di come andarono le cose l'8 Settembre del 1943, vi consiglio di visitare il sito linkato. Basta cliccare sul titolo per passare al sito del Centro studi della Resistenza.
"8 settembre 1943, una data fatidica per l'Italia. La data dell'annuncio dell'armistizio con gli Alleati e della fine dell'alleanza militare con la Germania, ma anche la data della dissoluzione dell'esercito italiano e della cattura di centinaia di migliaia di militari, a causa della mancanza di precise disposizioni da parte dei Comandi militari. La data dei primi episodi di Resistenza contro i tedeschi (a Roma, a Cefalonia, a Corfù, in Corsica, nell'isola di Lero), ma anche la data della frettolosa fuga del Re e dei membri del governo Badoglio a Brindisi (senza un piano di emergenza e senza disposizioni ai militari), che però servì ad assicurare la continuità dello Stato italiano nelle regioni liberate del Sud. C'è chi, come Galli Della Loggia, a proposito dell'8 settembre, ha parlato di "Morte della Patria", e chi, come il presidente Ciampi, ha replicato che quel giorno è morta una certa idea di Patria, quella fascista, e ne è nata un'altra, quella democratica."
"8 settembre 1943, una data fatidica per l'Italia. La data dell'annuncio dell'armistizio con gli Alleati e della fine dell'alleanza militare con la Germania, ma anche la data della dissoluzione dell'esercito italiano e della cattura di centinaia di migliaia di militari, a causa della mancanza di precise disposizioni da parte dei Comandi militari. La data dei primi episodi di Resistenza contro i tedeschi (a Roma, a Cefalonia, a Corfù, in Corsica, nell'isola di Lero), ma anche la data della frettolosa fuga del Re e dei membri del governo Badoglio a Brindisi (senza un piano di emergenza e senza disposizioni ai militari), che però servì ad assicurare la continuità dello Stato italiano nelle regioni liberate del Sud. C'è chi, come Galli Della Loggia, a proposito dell'8 settembre, ha parlato di "Morte della Patria", e chi, come il presidente Ciampi, ha replicato che quel giorno è morta una certa idea di Patria, quella fascista, e ne è nata un'altra, quella democratica."
martedì, maggio 27, 2008
I dati che non fanno notizia..ma lasciano a bocca aperta
In questo breve report troverete alcuni dati tratti dal libro verde sulla spesa pubblica del 2007-2008. Iniziamo con il tema della Giustizia e prendiamo in considerazione i tempi di risoluzione di alcune tipologie di processo in Italia. Stiamo parlando nella fattispecie di divorzio, licenziamento e inadempimento contrattuale. I paesi che prenderemo che andremmo a comparare con il nostro sono il Portogallo, la Francia e la Finlandia. Mediamente una coppia di finlandesi per risolvere una pratica di divorzio ci mette poco meno di 8 mesi, una coppia di francesi ci mette 1 anno e due mesi mentre una coppia di portoghesi ci mette poco meno di 10 mesi. La coppia di italiani necessita di 1 anno e 7 mesi. Riassumendo in giorni: ITA 582gg FRA 423gg POR 308gg FIN 240gg.
Secondo dato: il licenziamento. Riassumendo i dati in giorni e in ordine di decrescente ne segue il dato che potete leggere: ITA 696gg FRA 342gg FIN 264gg POR 244gg .
Terza categoria: l’inadempimento contrattuale. Qui il dato medio è davvero sorprendente: ITA 1210gg(3 anni e 3 mesi), POR 495gg, FRA 331gg e FIN 228gg.
Questo gap nella risoluzione delle controversie non ha a che fare con la spesa pro capite per tribunali e procure. Ecco la spesa pro capite nei paesi presi in esame: FRA e FIN 46,7€, POR 49,8€, ITA 67€. Qualcuno potrebbe dire che a incidere su questo valore è la spesa di Legal Aid(sussidi pubblici per l’assistenza legale) ma anche in questo caso i dati lo contraddirebbero. I finlandesi spendono infatti 9,98€ per abitante, la Francia 4,64€, il Portogallo 2,94€ e la nostra amata Italia ne spende 0,78€.
Passiamo ora al tema della Sanità. I paesi presi in considerazione sono gli stessi ad esclusione del Portogallo il cui dato è incompleto e che sostituiremo con la Spagna. I dati che prenderemo in considerazione questa volta sono due. Il primo riguarda il numero di TAC per 1.000.000 di abitanti, mentre il secondo dato fa riferimento al numero di risonanze magnetiche per milione di abitanti.
Partiamo con la risonanza magnetica. Il dato per milione di abitanti è il seguente: ITA 15, FIN 14.7, SPA 8.1 e FRA 4.7. In questo caso l’Italia è la nazione con il più alto numero di apparecchiature. Per quanto riguarda le TAC ecco il dato: ITA 27.7 , FIN 14.7 , SPA 13.5 e FRA 9.8 . In questi due casi abbiamo la medaglia d’oro, se non fosse per il fatto che i tempi di attesa per una TAC o una risonanza magnetica risultano essere ancora troppo lunghi in Italia.
Questi ed altri dati dovrebbero suggerire al legislatore che il problema non è nella quantità di spesa pubblica ma nella qualità. C’è un gran bisogno di manager pubblici in grado di rendere quanto più efficienti le strutture pubbliche, migliorando i servizi al cittadino e abbattendo i costi, facendo leva sulla produttività del singolo dipendente, senza escludere nessun dirigente.
Secondo dato: il licenziamento. Riassumendo i dati in giorni e in ordine di decrescente ne segue il dato che potete leggere: ITA 696gg FRA 342gg FIN 264gg POR 244gg .
Terza categoria: l’inadempimento contrattuale. Qui il dato medio è davvero sorprendente: ITA 1210gg(3 anni e 3 mesi), POR 495gg, FRA 331gg e FIN 228gg.
Questo gap nella risoluzione delle controversie non ha a che fare con la spesa pro capite per tribunali e procure. Ecco la spesa pro capite nei paesi presi in esame: FRA e FIN 46,7€, POR 49,8€, ITA 67€. Qualcuno potrebbe dire che a incidere su questo valore è la spesa di Legal Aid(sussidi pubblici per l’assistenza legale) ma anche in questo caso i dati lo contraddirebbero. I finlandesi spendono infatti 9,98€ per abitante, la Francia 4,64€, il Portogallo 2,94€ e la nostra amata Italia ne spende 0,78€.
Passiamo ora al tema della Sanità. I paesi presi in considerazione sono gli stessi ad esclusione del Portogallo il cui dato è incompleto e che sostituiremo con la Spagna. I dati che prenderemo in considerazione questa volta sono due. Il primo riguarda il numero di TAC per 1.000.000 di abitanti, mentre il secondo dato fa riferimento al numero di risonanze magnetiche per milione di abitanti.
Partiamo con la risonanza magnetica. Il dato per milione di abitanti è il seguente: ITA 15, FIN 14.7, SPA 8.1 e FRA 4.7. In questo caso l’Italia è la nazione con il più alto numero di apparecchiature. Per quanto riguarda le TAC ecco il dato: ITA 27.7 , FIN 14.7 , SPA 13.5 e FRA 9.8 . In questi due casi abbiamo la medaglia d’oro, se non fosse per il fatto che i tempi di attesa per una TAC o una risonanza magnetica risultano essere ancora troppo lunghi in Italia.
Questi ed altri dati dovrebbero suggerire al legislatore che il problema non è nella quantità di spesa pubblica ma nella qualità. C’è un gran bisogno di manager pubblici in grado di rendere quanto più efficienti le strutture pubbliche, migliorando i servizi al cittadino e abbattendo i costi, facendo leva sulla produttività del singolo dipendente, senza escludere nessun dirigente.
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mercoledì, maggio 14, 2008
Basta Docenti Universitari che fanno studiare su testi scritti da loro stessi
Per leggervi l'inchiesta da me svolta a cui è seguita anche quella dei ragazzi di studenti.it potete cliccare qui inoltre vi consiglio di votare la petizione online con la quale si richiede di dire basta ai Professori che obbligano gli studenti a prepararsi sui manuali scritti da loro stessi. In questo modo possiamo dare una svolta vera. Possiamo far capire a tutti quelli che l'Università la vivono dal di dentro, che è arrivato il momento di dire BASTA!
Questo è il link (http://www.petitiononline.com/studio26/petition.html)per firmare la petizione online, ci voglio solo 45 secondi. Fatelo e non ve ne pentirete.
Grazie
Vito Kahlun
vitokahlunpri@gmail.com
Questo è il link (http://www.petitiononline.com/studio26/petition.html)per firmare la petizione online, ci voglio solo 45 secondi. Fatelo e non ve ne pentirete.
Grazie
Vito Kahlun
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giovedì, maggio 01, 2008
Tutti a Torino a sventolare le bandiere di Israele
E’ imbarazzante il comportamento del Prefetto di Torino che ha sostanzialmente equiparato chi manifesta contro lo Stato di Israele, e chi vuole sventolare la bandiera con la stella di Davide.
Se è vero che Israele è l’ospite d’onore di questa fiera, mi vengono alcuni dubbi sul culto dell’ospitalità, mi viene il dubbio che sia un ospite non gradito. Pur non essendo un rappresentante dello Stato di Israele ritengo, da un punto di vista diplomatico, offensivo non poter sventolare le mie bandiere liberamente. Sarebbe come affermare di avere in casa un’ospite di cui ci vergogniamo. Sarebbe come voler essere rispettosi di chi ritiene che lo stato ebraico non sia legittimato ad esistere e ad esprimere liberamente la propria cultura. Tra Italia e Israele c’è un ottimo rapporto, se si escludono i due anni D’Alemmah, e la decisione del Prefetto di Torino non è stata tra le più geniali.
Basti pensare che Il Manifesto e Liberazione, due testate solitamente non molto tenere con Israele, hanno apertamente criticato il boicottaggio. C’è però da dire che l’adesione al boicottaggio, di chi è attivo in quella stessa parte politica, è figlia di un attacco continuo allo Stato ebraico che spesso tendeva a giustificare gli attacchi terroristici da parte di Hamas o Hezbollah definendoli “atti di resistenza”. Altra posizione degna di nota, è quella dell’Unione Democratica Arabo Palestinese Italia, che descrive gli scrittori David Grossmann, Amos Oz e Abram Yehoshua come “uno strumento di propaganda per il sionismo”.
Questa è la sinistra che accusa il centrodestra di essere fascista non rendendosi conto che ad attuare un comportamento fascista è essa stessa, una sinistra che può boicottare ma non può subire boicottaggi, una sinistra che si è dimenticata cosa voglia dire essere di sinistra. Una sinistra, ormai scomparsa, che pur non condividendo le tue idee si sarebbe fatta ammazzare per fartele esprimere, era una sinistra che amava mettere in discussione i propri punti di vista senza l’arroganza di chi pensa di aver ragione. Una deriva che oltre ad essere di un modo di fare cultura è anche deriva di un sistema culturale. Epifenomeno di questa deriva è il filosofo Gianni Vattimo. Seppur dispiace che l’Università di Bologna, rifiuti la parola a questo professore, il pregiudizio ideologico mostrato da Vattimo nei confronti dello Stato ebraico ha raggiunto punte tali da superare qualsiasi ambito culturale, come egli ha dimostrato sostenendo il boicottaggio della Fiera del libro di Torino. Non è un caso che ora gli autonomi vogliano occupare l’ateneo per garantire un suo intervento. Giuseppe Sassatelli, Preside della Facoltà di Lettere dell’Università di Bologna, cosi facendo ha dato una lezione di tolleranza politica a chi crede nell’intolleranza e nel boicottaggio culturale. Una chiara situazione paradossale che non ha precedenti nell’ambito universitario.
Mostrare la bandiera di Israele alla Fiera del Libro non significherà condividere la politica di uno Stato, ma riconoscerne il diritto all’esistenza attiva, il diritto ad essere un ospite di cui non vergognarsi.
Se è vero che Israele è l’ospite d’onore di questa fiera, mi vengono alcuni dubbi sul culto dell’ospitalità, mi viene il dubbio che sia un ospite non gradito. Pur non essendo un rappresentante dello Stato di Israele ritengo, da un punto di vista diplomatico, offensivo non poter sventolare le mie bandiere liberamente. Sarebbe come affermare di avere in casa un’ospite di cui ci vergogniamo. Sarebbe come voler essere rispettosi di chi ritiene che lo stato ebraico non sia legittimato ad esistere e ad esprimere liberamente la propria cultura. Tra Italia e Israele c’è un ottimo rapporto, se si escludono i due anni D’Alemmah, e la decisione del Prefetto di Torino non è stata tra le più geniali.
Basti pensare che Il Manifesto e Liberazione, due testate solitamente non molto tenere con Israele, hanno apertamente criticato il boicottaggio. C’è però da dire che l’adesione al boicottaggio, di chi è attivo in quella stessa parte politica, è figlia di un attacco continuo allo Stato ebraico che spesso tendeva a giustificare gli attacchi terroristici da parte di Hamas o Hezbollah definendoli “atti di resistenza”. Altra posizione degna di nota, è quella dell’Unione Democratica Arabo Palestinese Italia, che descrive gli scrittori David Grossmann, Amos Oz e Abram Yehoshua come “uno strumento di propaganda per il sionismo”.
Questa è la sinistra che accusa il centrodestra di essere fascista non rendendosi conto che ad attuare un comportamento fascista è essa stessa, una sinistra che può boicottare ma non può subire boicottaggi, una sinistra che si è dimenticata cosa voglia dire essere di sinistra. Una sinistra, ormai scomparsa, che pur non condividendo le tue idee si sarebbe fatta ammazzare per fartele esprimere, era una sinistra che amava mettere in discussione i propri punti di vista senza l’arroganza di chi pensa di aver ragione. Una deriva che oltre ad essere di un modo di fare cultura è anche deriva di un sistema culturale. Epifenomeno di questa deriva è il filosofo Gianni Vattimo. Seppur dispiace che l’Università di Bologna, rifiuti la parola a questo professore, il pregiudizio ideologico mostrato da Vattimo nei confronti dello Stato ebraico ha raggiunto punte tali da superare qualsiasi ambito culturale, come egli ha dimostrato sostenendo il boicottaggio della Fiera del libro di Torino. Non è un caso che ora gli autonomi vogliano occupare l’ateneo per garantire un suo intervento. Giuseppe Sassatelli, Preside della Facoltà di Lettere dell’Università di Bologna, cosi facendo ha dato una lezione di tolleranza politica a chi crede nell’intolleranza e nel boicottaggio culturale. Una chiara situazione paradossale che non ha precedenti nell’ambito universitario.
Mostrare la bandiera di Israele alla Fiera del Libro non significherà condividere la politica di uno Stato, ma riconoscerne il diritto all’esistenza attiva, il diritto ad essere un ospite di cui non vergognarsi.
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mercoledì, aprile 23, 2008
Come si vota al ballottaggio
martedì, aprile 22, 2008
La svolta di Roma
"No agli apparentamenti, a qualsiasi tipo di accordo o compromesso. Abbiamo riflettuto con molta attenzione. Quello che è importante è il messaggio culturale e di cambiamento, soprattutto politico, che vogliamo trasmettere ai cittadini". Queste sono le parole usate da Gianni Alemanno per comunicare la sua decisione di continuare la scalata al Campidoglio solo con quei partiti che lo hanno sostenuto dall'inizio. Una scelta difficile se si considerano quelle che sono state fino ad oggi le logiche della politica. Una decisione che dimostra la volontà di cambiamento conformandosi alla volontà dell'elettorato a livello nazionale. Alemanno è forte del fatto che difficilmente un elettore de la Destra o dell'UDC voterà per una coalizione guidata da Rutelli, in cui confluiscono le forze della Sinistra Arcobaleno e personaggi del calibro di Tarzan e la Sentinelli.
Inoltre cosi facendo non dovrà essere schiavo di ricatti politici o subire attacchi personali a causa dei vari apparentamenti. In questo modo Alemanno può presentarsi ai romani con un programma non intermediato da altre forze politiche, per attuare quei sedici punti del "Patto con Roma" che potrebbero rappresentare una svolta per la capitale di Italia.
Inoltre cosi facendo non dovrà essere schiavo di ricatti politici o subire attacchi personali a causa dei vari apparentamenti. In questo modo Alemanno può presentarsi ai romani con un programma non intermediato da altre forze politiche, per attuare quei sedici punti del "Patto con Roma" che potrebbero rappresentare una svolta per la capitale di Italia.
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giovedì, aprile 03, 2008
Breve Biografia di Vito Kahlun
Vito Kahlun. Italiano, ebreo, repubblicano, e laico. Classe 1983. Laurea con lode e bacio accademico in Relazioni Internazionali e laureando in giurisprudenza sempre alla Sapienza di Roma.
Lo scorso marzo è stato premiato al Parlamento Europeo come “giovane eccellenza italiana”. Cerca lavoro.
Ha da poco finito uno stage in Antitrust e collabora, da più di un anno, con il quotidiano Libero. Kahlunnia è il suo blog su Linkiesta.it Dopo aver fatto politica per diversi anni - come responsabile giovani del Partito Repubblicano Italiano - ha deciso di prendersi una pausa. Negli anni al Pri si è occupato per lo più di diritti civili, di Roma, giovani e Università. Le sue provocazioni hanno fatto discutere.
Ama il tennis, la corsa e la buona cucina. Sogna "un’Italia fondata su qualità, diversità e felicità".
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mercoledì, aprile 02, 2008
domenica, marzo 23, 2008
giovedì, gennaio 03, 2008
Marketing politico e comunicazione politica
E’ ormai un dato acquisito. Il marketing in politica riveste una funzione fondamentale. Basti pensare all’importanza dell’abito nel confronto tra Occhetto e Berlusconi, alla comunicazione non verbale ovvero agli strumenti di convinzione e persuasione.
In Italia dall’ingresso di Berlusconi in politica le cose sono molto cambiate. Fu infatti la stessa sinistra a riconoscere l’importanza del marketing politico nella vittoria del 1994 della coalizione di centrodestra. Alberto Cattaneo – consulente di marketing politico e founding partner della Cattaneo Zanetto & Co – non ha dubbi “oggi conta più l’immagine del programma” aggiungendo “ho sentito anni fa a delle selezioni di un partito che nasceva, che fotogenia, capacità di parlare in pubblico e creare empatia, erano fattori che venivano giudicati in maniera molto positiva”.
In questo quadro hanno assunto sempre maggiore importanza i sondaggi che sembrano essere diventati il principale canale di comunicazione tra politici ed elettori. Si ricordi che nel 2001 il candidato premier del centrodestra – Silvio Berlusconi – basò il suo programma su una serie di sondaggi sulle preoccupazioni degli italiani. Il rischio, afferma Giulio Andreotti, è che “la politica che è anche un prodotto” “non può diventare solo un prodotto, altrimenti si va verso la tubercolosi politica”.
Un altro esempio di successo al quale ha contribuito in buona parte il marketing politico è quello di Vendola. Infatti la campagna elettorale del candidato alla regione Puglia venne incentrata su quelli che si pensavano fossero i suoi punti deboli: diversità ed estremismo politico. La pubblicità elettorale venne impostata in modo da giocare su quelle diversità, e attraverso quelle diversità vennero evidenziati i punti di forza del candidato Vendola.
E’ quindi chiaro che i fenomeni di comunicazione politica non sono altro che forme di manipolazione. Questa manipolazione può avvenire attraverso il volere che fa leva sulla persuasione o secondo il sapere la cui arma è la convinzione. In 8 casi su 10 la persuasione è più efficace della convinzione. Infatti in genere chi viene convinto crede in qualcosa, chi viene persuaso crede in qualcuno. Ecco perché i politici generalmente cercano di essere più persuasivi che convincenti. Altro punto fondamentale sono i programmi elettorali spesso disattesi. Secondo il Prof. Sartori “ i programmi elettorali sono promesse in parte disattese anche perché sono promesse impossibili, promesse esagerate”. Silvio Sircana – portavoce del premier Romano Prodi – pensa che ci sia “troppo marketing in politica” e aggiunge “la domanda che c’è sotto è: dimmi cosa vuoi sentirti dire ed io te lo dico; anche se non te lo posso dare”.
Interessante la riflessione sul marketing di Oliviero Toscani secondo cui “nel mondo del marketing tutto è mediocre. Tutto è mediocre perché il marketing cerca il consenso di tutti. Quando si ha il consenso di tutti di solito si ha un prodotto smussato, limato, mediocrizzato, perché la ricerca costante del consenso crea mediocrità”.
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